24 maggio, 2007

E allora cos'è il software gonfiato? [prima parte]

di Percy Cabello

Riprendendo un articolo pubblicato su Wired la scorsa settimana nel quale ci si domandava se Mozilla stava cadendo nella trappola di ficcare ogni singola funzionalità disponibile in circolazione nel codice di Firefox (caratteristica nota come featuritis) nel tentativo di raccogliere una base sempre più ampia di utenti. Naturalmente tutto ciò ha un prezzo: questo approccio porterebbe (o sta già portando, secondo alcuni punti di vista) ad un'applicazione più pesante che richiede maggiori risorse di sistema (principalmente memoria e cicli di CPU) e che offre prestazioni inferiori.

Questa situazione, sempre secondo questa tesi, assomiglia alla venerabile Mozilla Application Suite che, all'epoca, fu accusata di includere troppe funzionalità, mancava solo che facesse il caffè. Avevamo sottomano un'interfaccia utente sovraccarica di preferenze, posta, chat e moduli per creare e modificare pagine web che non aiutavano affatto l'esperienza web che, si suppone, fosse il cuore della suite Mozilla. Firefox arrivò in risposta a questo, proponendo un'applicazione che facesse solamente il browser, togliendo tutto il superfluo, mantenendo i propri migliori talenti e aggiungendo nuove funzionalità di cui tutti potessero beneficiare.

Inizierei con il demistificare la Mozilla Suite, che sembra essere diventata un esempio di qualcosa di cui avere paura e da cui fuggire a tutti costi.

La mia percezione della caduta della Mozilla Suite e dell'ascesa di Firefox è un po' diversa. Nel periodo in cui ho utilizzato la Mozilla Suite come browser principale (dalla fine del 2001 all'inizio del 2003, se non ricordo male) non l'ho mai considerata così avida di risorse rispetto a come viene vista oggi. O almeno non fino al punto di farmi tornare a Netcaptor o Internet Explorer oppure farmi usare Opera per più di due-tre giorni. Quello che veramente mi scocciava era che, nonostante scegliessi la modalità di installazione del solo browser, ero sicuro che dell'altro codice venisse comunque caricato per un modulo che non avrei mai usato.

La cosa più interessante che mi colpì quando Phoenix (il primo nome di Firefox) debuttò sulla scena era il fatto di essere sviluppato sin dall'inizio solamente come browser e quindi credevo che non avrei avuto codice di chat, posta e composizione web. Oggi non ne sono così sicuro perché, dopo tutto, Firefox non rappresentò una riscrittura completa dell'applicazione.

Il successo di Firefox è dovuto sia al prodotto stesso che alla decisione della Mozilla Foundation di arrivare anche agli utenti finali con questo nuovo prodotto. Prima di Firefox, l'approccio di Mozilla era quello di fornire una piattaforma per le applicazioni Internet mirata agli sviluppatori. La Mozilla Application Suite non era altro che un esempio funzionante di ciò che quella piattaforma poteva offrire e il suo successo, seppur limitato, fu una conseguenza inaspettata.

Invece Firefox è arrivato accompagnato da un intenso sforzo di marketing, senza precedenti per un prodotto open source. Uno di questi sforzi ha prodotto anche la creazione della newsletter Mozilla Links nel settembre 2003, trasformatasi poi in blog alla fine del 2005 e che ne ha visto nascere l'edizione italiana nel gennaio 2006.

Mozilla non doveva essere definito un browser "gonfiato" perché quello che partiva non era un browser ma un'intera applicazione. Era gonfiato allo stesso modo in cui un coltellino svizzero può essere definito coltellino "gonfiato": se avete solo bisogno di tagliare qualcosa o di navigare nel web, forse il problema sta nella vostra scelta e non nel coltellino o nella Suite in sè.

Nessun commento: