di Percy Cabello
Questo articolo sarà un po' tecnico.
Quando cliccate sul link di un risultato di una ricerca fatta con Google potreste non accorgervi che il vostro browser ritorna a Google, dove un server gli dirà dove localizzare il contenuto che stavate cercando e quindi verrà contattato il server di destinazione. Questo meccanismo è chiamato reindirizzamento ed è utilizzato perché Google vuole sapere quale risultato è stato il più utile per i vostri criteri di ricerca. Perciò, la prossima volta che qualcuno cercherà le stesse informazioni, il risultato verrà visualizzato in una posizione più alta poiché è probabile che si tratti della risposta che l'altra persona sta cercando. Questo processo di raccolta di dati non viene condotto solamente da Google ma anche da Yahoo, MSN, Vivisimo, probabilmente da qualunque altro motore di ricerca e dalla maggior parte dei siti di informazione. Che si tratti di una violazione della privacy oppure no, che si debba ricevere un avviso oppure no, il tutto è soggetto agli interessi e alla consapevolezza di ognuno.
Poiché viene aggiunto un percorso di andata e ritorno fra il browser e il server, il reindirizzamento costituisce un metodo non efficiente per tenere traccia del collegamento del visitatore.
La WhatWG (Web Hypertext Applications Technology Working Group) ha progettato un meccanismo per evitare tutto ciò basato su un nuovo tag (chiamato ping) che l'operatore del sito web può includere in certi link. Quando un utente clicca su un sito con questo tag, verrà reindirizzato al sito desiderato e il browser contatterà il server di origine per comunicargli che cosa avete cliccato. L'utente non dovrà attendere un viaggio di andata e ritorno per arrivare al sito web cercato.
Martedì scorso, Darin Fisher, programmatore Mozilla, ha annunciato che questa nuova funzionalità è stata aggiunta nelle versioni in sviluppo di Firefox, innescando dubbi tra i vari media sull'impegno di Mozilla per un'esperienza web sempre migliore, più sicura e riservata.
Innanzitutto, è necessario capire l'ambito d'azione di questa funzionalità. Come detto in precedenza, il tag ping non permette più di quanto non venga fatto oggi, permetterà di farlo in modo più efficiente sia dal lato utente che dal lato dell'operatore del sito web. Si tratta di una modifica a Gecko, il componente di rendering delle pagine di Firefox e dunque influenzerà Firefox, Thunderbird (anche se qui sarà disabilitato di base), Camino, SeaMonkey e altre applicazioni. E' limitato al browser e non può essere utilizzato per installare spyware, virus o altri adware nel pc dell'utente. Non è ancora implementato e quando lo sarà avrà un parametro per disabilitarlo a piacere. Inoltre, sono già in discussione idee per avvisare l'utente che seguendo un link con un tag verrà lanciato un ping, limitando il numero di siti che questo ping potrà ricevere e vincolando il ping al server web di origine.
Questa funzionalità ha suscitato perplessità sin dall'inizio ma, per gli sviluppatori Mozilla, i vantaggi potenziali che ne potrebbero derivare come alternativa al reindirizzamento e ad altri metodi meno efficaci dovrebbero valerne la pena.
Personalmente, dalle cose fatte fino ad ora da Mozilla sono sicuro che la privacy e la fiducia dell'utente sono delle priorità e questa funzionalità non farebbe altro che migliorare l'esperienza utente non amplificando, almeno, i rischi per una violazione della privacy.
Per leggere i vari pareri sulla questione, date un'occhiata a slashdot.org, mozillaZine e al post di Darin sul suo blog.
21 gennaio, 2006
Firefox e la privacy
Pubblicato da Vitadim*** alle 15:28
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